Ruggero CAILLOIS (1913.1978)

Lettera autografa firmata ad André Breton.

Tre pagine ½ grandi in-4°.

Senza posto. 27 dicembre 1934.

 

“Se il surrealismo può racchiudere un simile atteggiamento insieme ad altri così radicalmente opposti, è perché è solo una parola. »

Importante lettera di Roger Caillois che espone ad André Breton tutte le sue divergenze con il movimento surrealista e stabilisce così definitivamente la sua rottura con detto movimento.

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Mio caro bretone, speravo che la divergenza nei nostri atteggiamenti non fosse così profonda come è apparsa durante la nostra conversazione di ieri sera. Certamente, data la mia particolare posizione, ho trovato che la tua attività fosse del tipo prendi e lascia. Non ho potuto iscrivermi senza imbarazzo ad uno dei suoi settori, ma ho trovato nell'altro una compensazione che mi ha permesso di fare questo sacrificio. Recentemente, le soddisfazioni che ho riscontrato leggendo Point du Jour mi hanno invitato a rassegnarmi definitivamente a vederti giocare su entrambi i fronti; ricerca e poesia (è inteso che qui parlo grosso modo, senza riguardo per sfumature o sovrapposizioni). Dopotutto era spiegabile – sono tentato di scrivere pensando al processo del tuo pensiero fin dalle sue origini: era fin troppo spiegabile ( con questo intendo dire che il surrealismo proviene da un mezzo letterario ) – che tu sia incline a mantenere l’uguaglianza equilibrio tra le soddisfazioni che procura l'uno ed i godimenti che l'altro procura, per usare le due parole che vi sono salite quasi contemporaneamente alle labbra ieri sera.

Dopo la nostra conversazione, devo pensare che non c'è mai stato e che probabilmente non ci sarà mai un equilibrio tra i due ambiti […] Tu sei quindi decisamente dalla parte dell'intuito, della poesia, dell'arte, – e dei loro privilegi. Inutile dire che preferisco questo pregiudizio all’ambiguità? Ma sapete che io ho adottato il pregiudizio opposto, quasi unico nel mio genere in effetti, perché, sorprendentemente, il rispetto superstizioso per queste inadeguatezze non è mai così forte come tra chi, non usufruendo di esse, le conosce solo dall'esterno; quindi questo è solo un effetto di ingenuità […]

Quando paragonerò questo grande gioco all'atteggiamento di Gérard de Nerval che si rifiuta di entrare a Palmira per non rovinare l'idea che ne aveva o al tuo che rifiuti di aprire un seme agitato da momenti di salti per non scoprire un insetto o un verme lì, perché, hai detto, il mistero sarebbe stato distrutto, – la mia scelta è fatta […]

Se il surrealismo può racchiudere un simile atteggiamento insieme ad altri così radicalmente opposti, è perché è solo una parola e io continuo a volere che non lo sia, anche se a mie spese […] Per quanto mi riguarda, lo è almeno altrettanto insopportabile per me essere compromesso dall'attività di Victor Brauner o di Georges Hugnet, ad esempio, o dalla poesia biografica che occupa un posto sempre più importante nella produzione surrealista (poesie di Maurice Heine su Sade, di Hugnet su Onan, di te, da Éluard e vari altri su Violette Nozières, infine dal poema epico di Bosey su di te). Finora ho avuto un sentimento di solidarietà abbastanza forte da coprire tutto questo, con riluttanza, di fronte agli attacchi esterni, per quanto fondati possano essere stati. Quindi avevo accettato senza esitazione la morale clanica del surrealismo. Non mi è più possibile farlo nuovamente, poiché anch'io sono apertamente in disaccordo con il principio stesso dell'accordo. […]

Non trovi che la visione surrealista viva di troppi malintesi, di concessioni reciproche, se non di repressioni? […] Permettetemi di essere niente più che una sorta di corrispondente del surrealismo. Sarà meglio per lui e per me. Non credi? »

 

 

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