Marcel PROUST ricorda con emozione la morte di sua madre.

“La mamma ha vissuto questo tormento, non rivedendo mai più sua madre, né pensandoci, quando avrebbe voluto pensarci, se non in un lampo di sonno, e allora in modo così crudele. Gli occhi della memoria finiscono per non vedere più nulla quando li fissiamo troppo . In questo momento prova semplicemente a vivere, a sopravvivere, lasciando che tutto questo avvenga dentro di te senza la collaborazione della tua volontà e le dolci immagini rinasceranno da sole, per non lasciarti mai più. »

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Marcel Proust (1871.1922)

Lettera autografa firmata a Georges de Lauris.

Tre pagine in-12°. Slnd [poco dopo il 18 febbraio 1907]

Kolb, volume VII, pagine 87-88.

“Gli occhi della memoria finiscono per non vedere nulla quando li fissiamo troppo. »

Proust fornisce un sostegno amichevole a Lauris dopo la morte di sua madre e ricorda la perdita della propria.

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“Mio piccolo Georges, è utile che risponda subito alla tua lettera della quale non potrò mai ringraziarti abbastanza, perché anche se in questo momento non posso scrivere ti scrivo (ti spiegherò mille cose) ) È fondamentale chiarirvi due cose. Il primo è per quello che dici delle immagini di tua madre nella tua memoria. In questo momento so benissimo che è più facile a dirsi che a farsi, non cercare di vederla perché non la vedrai mai se non troppo triste, malata, forse morta, e soprattutto se ti sforzi non ci riuscirai immaginarlo. La mamma sperimentava questo tormento, non vedendo mai più sua madre, né pensandoci, quando avrebbe voluto pensarci, se non in un lampo di sonno, e allora in modo così crudele. Gli occhi della memoria finiscono per non vedere più nulla quando li fissiamo troppo . In questo momento prova semplicemente a vivere, a sopravvivere, lasciando che tutto questo avvenga dentro di te senza la collaborazione della tua volontà e le dolci immagini rinasceranno da sole, per non lasciarti mai più.

L'altra cosa è che quando una fisionomia morale deve dominarmi, mi bastano pochi tratti e ricostruisco tutto con certezza. Conosco così bene tua madre che non puoi dirmi niente che io non sappia già e non puoi dirmi niente che non ascolto, non lo dico con interesse o simpatia , ma con vero entusiasmo, doloroso. Sappi, Georges, che non penso più ad altro e che il mio bisogno di vederti in questo momento è soprattutto bisogno di sentirti parlare di lei. Se potessi passare da me stasera presto (9:00, 9:50) mi sembra che la mia notte sarebbe più tranquilla. Purtroppo vi scrivo sotto l'effetto di un farmaco che toglie ogni lucidità alla mia scrittura già confusa. Spero però che potrete leggere lì la mia tenerezza e la mia tristezza. Marcello. »

 

 

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