Jean Cocteau (1889.1963)

Lettera autografa firmata a Hélène Berthelot.

Una pagina in-4° su carta a righe. Traccia di timbro.

Parigi [1931]

“Povera Mireille? Cosa fare ? »

Cocteau, disperato per la discesa agli inferi di Mireille Havet, cerca aiuto tra i suoi cari: Misia Sert, Louis Moyses, Hélène e Philippe Berthelot, oltre a Coco Chanel.

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“Mia cara Hélène, sì, questo trionfo con il pubblico anonimo mi ha commosso molto e mi consola per l'infamia dei giornalisti (che mi viene detto perché non li leggo).

 

Povera Mireille [Havet] ? Cosa fare ? Ho pregato Misia [Sert] di andare in rue R [aynouard] e ho mandato il mio medico che la cura a mie spese. Ma io sono povera e lui la condanna a meno che non vada urgentemente in una casa di cura. (l'ospedale [opital] la salverebbe, perché so che ci nasconde cose la cui soppressione porterebbe alla morte).

 

È atroce. Moyses [Louis Moyses, fondatore del cabaret Le Boeuf sur le Toit ] mi regala una Ford. Vorrei venderlo, ma basterebbe per coprire i fatti per 6 o 7 mesi a 200 franchi al giorno, ne dubito. Ieri non c'erano soldi per comprare i mandarini. Non potremmo ammorbidire una persona ricca? Coco [Chanel] è a St. Moritz, l'abbiamo graffiata fino all'osso . Cosa ne pensa Filippo? Ti amo. Jeans"

 

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Un destino tragico come non mai, Mireille Havet (1898-1932) incantò le lettere parigine dell'inizio del secolo scorso. Soprannominata la “Piccola Poyetess” da Apollinaire, notata da Georges Izambard – insegnante di lettere di Rimbaud – frequentò la scena tutta letteraria parigina degli anni ’20.

Spirito libero, omosessuale dichiarato, passionale, nottambulo, Mireille Havet non resistette alle tentazioni dei paradisi artificiali e sprofondò, irrimediabilmente, in balia delle sue dipendenze, nonostante l'indefettibile sostegno di Jean Cocteau e dei coniugi Berthelot.

Colpita da tubercolosi nel 1929, emarginata, distrutta dalla droga e dalla malattia, morì nel sanatorio di Montana, in Svizzera, nel marzo 1932.

Caduta nell'oblio, la figura poetica di Mireille Havet è risorta nel 1995 grazie alla riscoperta del manoscritto del suo diario (1913-1929) da parte di Dominique Tiry, nipote di Ludmila Stavitzky, esecutrice testamentaria di Mireille Havet.

Le migliaia di pagine del suddetto diario sono state pubblicate nel 2003 dalle Éditions Claire Paulhan, permettendo ai lettori di scoprire, quasi cento anni dopo, il tragico destino di questo poeta prodigio.

 

 

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