Emilio Zola (1840.1902)

Lettera autografa firmata ad un collaboratore di Le Figaro.

Una pagina da ¼ pollici-8°. Parigi. 13 dicembre 1897.

Importante lettera di Zola che accelera la sua campagna di sostegno ad Alfred Dreyfus e lancia la pubblicazione del suo opuscolo “ Il caso Dreyfus, lettera ai giovani ”. Lo scrittore è determinato: la verità è in movimento.

«Mio caro collega, ecco il bigliettino che il signor de Rodays è stato così gentile da promettermi di allegare. Lo trovo necessario per Le Figaro e per me. Ti invio anche una prova della brochure. Valuta se sarebbe opportuno e utile che un estratto accompagni la nota. Non chiedo nulla , voglio semplicemente che voi facciate ciò che è meglio per i nostri interessi comuni. Inoltre, proverò a stringerti la mano stasera. Cordiali saluti. Emilio Zola. »

 

Alla fine del 1897, Zola, disgustato dall'ingiustizia della stampa nazionalista, decide di scrivere diversi articoli su Le Figaro a favore del movimento Dreyfusard. Il primo, intitolato " M. Scheurer-Kestner ", apparve il 25 novembre 1897. A conclusione di questo testo, fu cantata per la prima volta questa frase profetica, stendardo dei Dreyfusard: "  La verità è in movimento e niente lo fermerà  ”. Nel mese di dicembre Zola continuò la sua lotta con un altro mezzo: la distribuzione di opuscoli, rivolgendosi così non più ai lettori di un solo giornale ma all'intera popolazione francese. Il primo di questi opuscoli (qui menzionato) fu quindi pubblicato il 14 dicembre 1897 da Fasquelle, e intitolato “ Il caso Dreyfus, lettera ai giovani ”. Il 13 gennaio 1898 Zola diede un’altra dimensione al caso Dreyfus. Scandalizzato dall'assoluzione di Esterhazy tre giorni prima, l'autore ha deciso di sferrare un duro colpo e ha pubblicato un articolo in sei colonne sulla prima pagina de L'Aurore , sotto forma di lettera aperta al presidente Félix Faure: " Io accuso ".

 

Emilio Zola. Lettera ai giovani. O gioventù, gioventù! Ti prego, pensa al grande lavoro che ti aspetta. Tu sei il futuro lavoratore, tu getterai le basi di questo prossimo secolo che, abbiamo profonda fede, risolverà i problemi di verità e di equità posti dal secolo che finisce. Noi, i vecchi, gli anziani, ci lasciamo lasciare la massa formidabile della nostra indagine, molte contraddizioni e oscurità forse, ma certamente lo sforzo più appassionato che mai secolo abbia compiuto per portare alla luce, ai documenti più onesti e solidi e alle fondamenta stesse di questo vasto edificio della scienza che dovete continuare a costruire per il tuo onore e per la tua felicità. E noi ti chiediamo soltanto di essere ancora più generoso, di essere più libero di spirito, di superarci con il tuo amore per la vita normalmente vissuta, con il tuo impegno messo interamente in lavoro, con questa fertilità degli uomini e della terra che saprà finalmente far traboccare il il raccolto della gioia cresce, sotto il sole splendente. E noi ti cederemo fraternamente il posto, felici di scomparire e riposarci dalla parte nostra del compito compiuto, nel buon sonno della morte, se sappiamo che ci continui e che realizzi i nostri sogni.

Gioventù, gioventù! Ricorda le sofferenze sopportate dai tuoi padri, le terribili battaglie che hanno dovuto superare per ottenere la libertà di cui godi in questo momento. Se ti senti indipendente, se puoi andare e venire come vuoi, dire alla stampa quello che pensi, avere un'opinione ed esprimerla pubblicamente, è perché i tuoi padri hanno dato la loro intelligenza e il loro sangue. Non sei nato sotto la tirannia, non sai cosa vuol dire svegliarsi ogni mattina con lo stivale di un maestro sul petto, non hai lottato per sfuggire alla sciabola del dittatore, ai pesi falsificati del cattivo giudice. Ringraziate i vostri padri e non commettete il crimine di acclamare la menzogna, di fare campagne con la forza brutale, l'intolleranza dei fanatici e la voracità degli ambiziosi. La dittatura è finita. Gioventù, gioventù! Sii sempre con giustizia. Se in te fosse oscurata l’idea della giustizia, correresti tutti i pericoli. E non vi parlo della giustizia dei nostri Codici, che è solo garanzia dei legami sociali.

Certo, va rispettata, ma esiste una nozione più alta, la giustizia, che presuppone in linea di principio che ogni giudizio sugli uomini è fallibile e che ammette l'eventuale innocenza di un condannato, senza pensare di insultare i giudici. Non è questa un'avventura che dovrebbe risvegliare la tua ardente passione per il diritto? Chi si alzerà per chiedere che sia fatta giustizia, se non tu che non sei coinvolto nelle nostre lotte di interessi e di persone, che non sei ancora coinvolto o compromesso in affari loschi, che puoi parlare ad alta voce, in tutta purezza e in tutta buona fede ?

Gioventù, gioventù! Sii umano, sii generoso. Anche se abbiamo torto, sii con noi quando diciamo che una persona innocente soffre un dolore incredibile e che i nostri cuori ribelli si spezzano per l'angoscia. Si ammette per un solo istante il possibile errore, di fronte a una punizione così sproporzionata, e il petto si stringe, dagli occhi scendono le lacrime. Certo, le guardie giurate restano insensibili, ma tu, tu che piangi ancora, che devi essere conquistato a tutte le miserie, a tutte le pietà! Come non avere questo sogno cavalleresco, se da qualche parte c'è un martire che soccombe all'odio, per difendere la sua causa e liberarlo? Chi dunque, se non tu, tenterà l'avventura sublime, si lancerà in una causa pericolosa e superba, si opporrà a un popolo, in nome della giustizia ideale? E non ti vergogni, infine, che siano gli anziani, i vecchi appassionati, a compiere oggi la tua opera di generosa follia?

Dove andate, giovani, dove andate, studenti, che battete le strade, manifestando, gettando in mezzo alla nostra discordia il coraggio e la speranza dei nostri vent'anni? “Andiamo all’umanità, alla verità, alla giustizia! ".

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