Emil CIORAN
Lettera autografa firmata a Gabriel Matzneff.
Due pagine in ottavo. Busta autografa.
Parigi, 19 marzo 1974.
"Spero che il tuo libro scatenerà un'epidemia di divorzi e che così facendo avrai svolto non solo il ruolo di scrittore, ma anche quello di benefattore."
Il filosofo rumeno ha appena letto il libro di Gabriel Matzneff, Isaia, gioisci , e ne trae una morale molto cinica.
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“Egregio Signore, ‘Stavo parlando di matrimonio, di matrimonio…’ Le parole di Rozanov mi hanno ossessionato per anni, e ora le ritrovo all’inizio di questo Isaia [Isaia, Rallegratevi], che si legge come un diario, o meglio, come la cronaca dei vostri segreti. Un’altra frase – questa di Blake – sul ‘carro funebre del matrimonio’ avrebbe potuto fungere anche da epigrafe. A essere perfettamente onesto, direi che il vostro libro è solo superficialmente un atto d’accusa; in realtà, dall’inizio alla fine, è un’esperienza straziante. Da qui il suo tono particolare. Inoltre, quasi sempre, le riflessioni tra parentesi vanno oltre la narrazione, il che dimostra chiaramente che siete più voi stessi nella dualità che nell’immediato e nell’esperienza vissuta . Il vostro idolo, insomma, dovrebbe essere meno Byron che Leontieff. Quanto a me, devo confessare che propendo per quest’ultimo, sebbene lo conosca poco.” Se non sbaglio, nella Chiesa ortodossa rumena cantano: "Isaia salta". Questo aggiunge una sfumatura importante. Spero che il suo libro scateni un'epidemia di divorzi e che in questo modo lei abbia compiuto non solo il lavoro di scrittore, ma anche quello di benefattore. Cordiali saluti, Cioran.
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