Max ERNST (1891.1976)

Lettera autografa firmata a Gala e Paul Éluard.

Quattro grandi pagine in ottavo tratte da un taccuino.

Senza luogo né data [c. 1925]

 

“La cosa più disgustosa di questo “evento” è che non ne capisco nulla, a meno che non ci sia un personaggio invisibile che mi perseguita. »  

Max Ernst crede di essere perseguitato da una forza invisibile e occulta.

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“Miei carissimi amici Paul e Gala, vi prego in anticipo di non incolparmi della mia sfortuna nera, brutta, disgustosa ; per non rimproverarmi e neppure per tenerli in pensiero; non essere di cattivo umore (devo proprio esserlo), né arrabbiato, né furioso. La cosa più disgustosa di questo “evento” è che non ne capisco nulla, a meno che non ci sia un personaggio invisibile che mi perseguita. Chiamate il personaggio “sfortuna” o come volete, per me esiste. Ero pronto a partire, i bagagli erano pronti e così via. eccetera. – quando voglio uscire di casa, mi accorgo che il mio portafoglio è scomparso. Sapere come non interesserebbe molto, ma le circostanze sono troppo misteriose. L'ho avuto a mezzogiorno, l'ho messo in tasca alla presenza di Péret e della signora Piédanna, sono uscito solo per fare qualche piccolo acquisto, per cui non l'ho tirato fuori di tasca. È anche impossibile che qualcuno me lo abbia rubato dalla tasca o che sia stato rubato. Quindi devo averlo preso quando sono tornato a casa. Non c'era nessuno nel mio laboratorio, dove avevo appoggiato la giacca sul divano. (Curiosa somiglianza con l'altro caso che conosci). Quindi sono quasi convinto che questa cosa invisibile esista. Péret rise di questa spiegazione, ma non gli venne in mente nessun'altra.

E dopo le poche esperienze di gioco, non ci sarebbe nulla di troppo sorprendente se, allo stesso tempo, non mi accadessero cose che segnano una fortuna incredibile. Sto parlando del banchetto dei magnifici, dove la mia situazione era ancora la peggiore. Tra le persone presenti al banchetto di Léwy, non pochi hanno fatto tutto il possibile per attirare l'attenzione degli sbirri su di me (in particolare si trattava del signor Grünewald, un ebreo svedese, proprietario del ritratto di Kahnweiler, e del signor Baseler, ebreo polacco e mercante d'arte). E fu solo per vigliaccheria che vi rinunciarono dopo l'intervento del vecchio Wassilieff.

Adesso cercherò di trovare dei soldi (vedo una possibilità non troppo vaga, mercoledì 15), e parto subito per arrivare o il 16 o il 17 agosto alle 12,20 a Luchon. Miei cari amici, vi penso e mi annoio qui senza di voi, e l'unica ragione per cui sono depresso è che questa sporca storia mi ha impedito di andarmene ieri sera. In caso di successo invierò un telegramma.

Non è successo molto dopo la mia ultima lettera. Abbiamo cominciato a fare una dichiarazione di principio e anche di ordine pratico e politico. Non abbiamo più fatto nulla per il magnifico. Sì, Breton, all'ultimo minuto, ha cambiato il titolo alla riproduzione di un ritratto del maestro con il suo gabbiano: ora si chiama St-Pol-Roux le Coward. Lo ritengo sufficiente; non preoccupiamoci più di questo vecchietto e passiamo a cose più importanti.

Arrivederci miei cari amici. Addio piccolo Gala (anche tu hai perso 200 franchi l'altro giorno, allora non gridare). Ti amo tanto e veramente, lo rivedo in questo fatto di non essere ancora potuto venire, che mi riempie di tristezza, tristezza. Sig. "

 

 

 

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